I MAIORCHINI BATTEZZARONO I FRUTTI SPINOSI CON IL NOME DI FIGUES DE MORO
LA FIGA DE MORO VENIVA GIÀ CONSUMATA 9.000 ANNI FA IN MESSICO
Alla fine del mese di agosto è solito di vedere nelle siepe e negli angoli di frutteti e proprietà di Maiorca come i fichi d’india irrompono in frutti che, nonostante un involucro spinoso e difficile, offrono al loro interno una polpa gustosa, dolce e mielata che fa le delizie di chi -anche una sola volta nella vita- si sia avventurato a assaggiarla.
Il fico moro, pur essendo un frutto molto conosciuto in casa nostra, non ha raggiunto la diffusione che altri frutti «tropicali».
I MAI0RCHINI BATTEZZARONO I FRUTTI SPINOSO COL NOME DI FIGUES DE MORO, «FICHI DEI MORI» MENTRE I MORI LI CHIAMARONO «FICHI DEI CRISTIANI»
Le navi de conquistatori di ritorno dal Nuovo Mondo devono essere sembrate orti e frutteti galleggianti agli spagnoli. Accanto alle molte piante, ormai diventate insostituibili sulle nostre tavole quotidiane, le imbarcazione trasportavano anche un tipo di arbusto coriaceo che dava però frutti prelibati: il fico d’India.
I maiorchini battezzarono i frutti spinosi col nome di figues de moro, «fichi dei mori», mentre i mori li chiamarono «fichi dei cristiani». Ancora oggi la pianta è apprezzata come ornamento e viene collocata come siepe difensiva intorno ai terreni, per tenere lontani intrusi umani e animale indesiderati.
Le foglie rigogliose, sempre rivolte verso il sole, ricordano per la loro forma le orecchie degli elefanti, sollevate quando sono in ascolto. A Maiorca l’attività non assunse mai dimensioni industriali, anche perché la concorrenza delle Canarie, dell’Algeria e del Sudamerica era tropo forte.
Si conoscono due varietà di fico d’India: accanto a quello più comune, ritenuto l’originale e denominato Opuntia ficus barbarica con le spine chiare e corte, esiste la Opuntia dilleni, riconoscibile per le spine lunghe fino a sette centimetri e i fiori giallo limone.
I frutti spinoso vengono spesso raccolti ancora acerbi con un’apposita pinza di legno.
I fichi d’India hanno una polpa di colore arancio o rossa dal sapore piacevole e leggermente asprigno e vengono consumati crudi nel periodo di maturazione. Sono molto usati per la preparazione di confetture. Quando il frutto viene servito crudo, si possono mangiare anche i numerosi semi.
Per gustare la polpa succosa e simile a quella del fico, bisogna spellare il frutto partendo dall’alto e facendo molta attenzione alle centinaia di minuscole spine quasi invisibili dotate di pericolosi uncini che possono conficcarsi facilmente sulla lingua e annidarsi pelle per giorni. La cosa migliore è acquistare frutti già pronti per il consumo d’estate al mercato o nei chioschi per la strade e gustarli direttamente.
Ma il migliore, regalato da un amico e già sbucciato. Sono i migliori.
SORBET DE FIGUES DE MORO / SORBETTO AI FICHI D’INDIA
ingredienti:
500 g di fichi d’India mondati
30 g di zucchero
3-4 cucchiai di succo di limone spumante
Sbucciare i fichi d’India attentamente per evitare le spine.
Frullare tutti gli ingredienti e passarli al setaccio.Versare il composto nella gelatiera o in un contenitore da freezer e lasciarlo indurire 15 minuti prima di servirlo, estrarre il sorbetto dal freezer perché si ammorbidisca.
A Minorca non fanno il gelato ai fichi, ma fanno una bevanda molto interessante, chiamata Arrop de figues de moro.
Per ogni chilo di fichi sbucciati, mezzo litro di acqua minerale o di rubinetto.
MAIORCA Vita e cultura di un’isola
Beppe, il cuoco
Grazie Beppe, buona ricetta