ALLA SCOPERTA DI MAIORCA

GRUPPO CULTURALE ITALIANO DI MAIORCA

IN COLLABORAZIONE CON “ESTOL CAPELLETS DE TEULADA”

SA DRAGONERA

Sabato 26 setembre Andiamo a camminare

Luego d’Incontro: Davanti a Leroy Merlin dell’Ocimax di Palma

Ora di ritrovo: 8:30

Itinerario: Sant Elm – Portet de Sant Elm- Sa Dragonera – Cap de Tramuntana – Na Pòpia o Puig des Far Vell. Ritorneremo per l’esteso percorso.

C’è anche la possibilità di andare al Faro di Llebeig.

Durata: 5 ore circa

Difficoltà: Facile, però tutto è in salita. Più o meno una oretta e mezza per arrivare in cima.

Trasporto: macchina propria.

ATTENZIONE:

La barca parte dal portet de Sant Elm alle ore 9:45 e il ritorno sarà alle 15:00

Anche chi vuole andare direttamente a Sant Elm devono informaci. Ora 9:30

A causa di restrizioni, con questo programma sono disponibili solo 18 posti.

È necessario iscriversi

Per iscriversi all’escursione si prega di utilizzare l’indirizzo mail

gruppoculturaleitalianomaiorca@gmail.com

Inutile dire che manterremo in vigore tutte le misure di sicurezza e salute. Siamo tutti fantastici e abbiamo un po’ di conoscenza.

Nel caso si annullli l’escursione contatteremo solamente con la gente che ha confermato la partecipazione

GRAND TOUR DEL GUSTO

ABRUZZO E MOLISE

IL MAR DEI TRABOCCHI

Calette, promontori e alte scogliere si alternano a lunghe spiagge sabbiose da Ortona a Termoli, lungo la costa adriatica, regalando paesaggi, tradizioni artigianali e sapidi piatti marinari.

La tradizione casearia regala caciocavallo, scamorza, giuncatella e deliziosi pecorini, come il canestrato di Castel del Monte. Ed i perciatelli al nero di seppia.

PERCIATELLI AL NERO DI SEPPIA (*)

500g perciatelli

150 g pomodorini

4 grosse seppie

3 filetti di acciuga sott’olio

prezzemolo -basilico -aglio

olio extravergine di oliva

sale

ELABORAZIONE:

Tagliate i pomodorini a spicchi. Lavate le seppie e pulitele privandole accuratamente dei visceri e dell’osso. Separate i ciuffi di tentacoli dalle sacche di nero, che conserverete.

Tagliate a pezzi le seppie e tenete da parte qualche ciuffo di tentacoli.

Tritate 2 spicchi di aglio e un ciuffo di prezzemolo. Rosolate tutto in padella con 2 cucchiai di olio e 3 filetti di acciuga.

Aggiungete al trito rosolato le 4 sacche di nero e un cucchiaio di acqua per allungare il sugo.

Unite nella padella anche i pomodorini, tenendone qualcuno da parte per la decorazione. Cuocete a fuoco vivo per 15’.

Aggiungete anche le seppie tagliate a pezzi facendo cuocere per 3’ i ciuffi e per 1’ e mezzo i corpi.

Fate bollire abbondante acqua salata. Unitevi i ciuffi tenuti da parte e cuoceteli per 3’, aggiungete quindi i perciatelli.

Cuocete la pasta al dente e scolatela.

Conditela con il sugo al nero di seppia e servite con i pomodorini tenuti da parte e un po’ di basilico.

Buon appetito!!!

Il Cuoco

(*)Il perciatelli sono una varietà di pasta secca di grano duro simile ai bucatini, ma con diametro maggiore. Ricetta tratta dalla rivista La Cucina Italiana.

ALLA SCOPERTA DI MAIORCA

GRUPPO CULTURALE ITALIANO DI MALLORCA

IN COLLABORAZIONE CON “ESTOL CAPELLETS DE TEULADA”

“CAMÍ DE SA VOLTA DEL GENERAL”

Sabato 27 DI GIUGNO Andiamo a camminare

Luogo d’Incontro: Davanti a Leroy Merlin dell’Ocimax di Palma (*)

Ora di ritrovo: 8:30. Se prega puntualità.

Itinerario: Vista panorama di Banyalbufar, km 85.5 dalla Ma-10 o C-710 (strada d’Esporles a Banyalbufar) – Son Bunyola -Port des Canonge. Indietro allo stesso modo.

Durata: 3 ore più o meno. 9 km circa. Pensate a portare costume da bagno ed asciugamano.

Difficoltà: Molto Facile. Non ha nessuna difficoltà. Un itinerario assolutamente idillico lungo la costa ovest di Maiorca.

Trasporto: macchina propria

(*) Con quelli che vengono da fuori Palma l’appuntamento è alle ore 9:15 davanti il chilometro 85.5 strada M-10 o C-710, prima di raggiungere Banyalbufar, parcheggio sul lado destro della strada, con posti limitati. E devono comunicarcelo. Devi portare molta acqua. Se prega puntualità.

BAGNO IN MARE

È necessario iscriversi

Per iscriversi all’escursione si prega di utilizzare l’indirizzo mail fino a mercoledì 24 di giugno

gruppoculturaleitalianomaiorca@gmail.com

Nel caso si annulli l’escursione contatteremo solamente con la gente che ha confermato la partecipazione

GRAND TOUR DEL GUSTO

Da fine maggio a luglio inoltrato nel Parco Nazionale del Monti Sibillini va in scena uno spettacolo mozzafiato. Comincia con un verde abbagliante, poi è la volta del giallo dei ranuncoli, quindi tocca al rosso dei papaveri all’azzurro dei fiordalisi, sono centinaia le specie che sbocciano sui piani carsici di Castelluccio; a chiudere, il bianco e il viola dei fiori di lenticchia.

Una terra dai mille colori. Umbria. In questa regione si trovano lungo le valli dove scorrono i principali fiumi della regione: Il Tevere, Il Nera, Il Topino.

Perugia, Assisi, Todi, Orvieto, Gubbio o Spoleto, per nominare solo i più conosciuti città.

«Spoleto è la scoperta più bella che ho fatto in Italia» , parole di Hermann Hesse.

Zuppa di lenticchie di Castelluccio di Norcia (*)

Ingredienti:

300g lenticchie di Castelluccio di Norcia

150 g pomodorini

1 cipolla

1 carota

1 spicchio di aglio

1 patata

½ gambo di sedano

concentrato di pomodoro

olio extravergine di oliva

sale -pepe

Elaborazione:

Per la ricetta della zuppa di lenticchie di Castelluccio di Norcia Igp, sciacquate bene le lenticchie sotto l’acqua corrente. Tagliate la patata a cubetti di 5 mm, tritate la cipolla, la carota e il sedano. Schiacciate l’aglio ma non toglietene la buccia. Rosolate tutto in una casseruola, con un filo di olio per 5’.

Aggiungete le lenticchie e fatele tostare a fiamma vivace per altri 5’. Togliete l’aglio e unite un cucchiaio di concentrato di pomodoro. Versate nella casseruola acqua fredda sufficiente a coprire tutti gli ingredienti e cuocete, con il coperchio, per 35’, salate e pepate verso fine cottura.

Tagliate i pomodorini in 4 spicchi e fateli rosolare in una padella con poco olio per 5’. Servite la zuppa di lenticchie completando con qualche spicchio di pomodorino.

Buon appetitto !!!

Il Cuoco

(*)Ricetta tratta dalla rivista La Cucina Italiana.

GRAND TOUR DEL GUSTO

Dal cuore della Puglia, un primo piatto ricco e gustoso che piace sempre a tutti: impariamo a fare le orecchiette alle cime di rapa seguendo la tradizione.

ORECCHIETTE ALLE CIME DI RAPA

CIME DI RAPA

Sono le infiorescenze di un ortaggio coltivato anche in Campania e Lazio, dove prendono il nome di friarielli o broccoletti. Lessate hanno sapore dolce, cotte in tegame hanno un gusto deciso, piuttosto amarognolo.

Le orecchiette con cime di rapa sono un primo piatto tipico della cucina pugliese, fatto di ingredienti genuini: farina e acqua per le orecchiette e gustose verdure per il condimento. Questa ricetta semplice della tradizione, conosce numerose varianti, nella versione che vi proponiamo c’è il il piccante del peperoncino e la sapidità dell’acciuga.

INGREDIENTI:

500 g cime di rapa

400g orecchiette fresche

40 g pangrattato

4 acciughe sott’olio

aglio

ricotta dura di pecora

peperoncino

olio extravergine -sale -pepe

ELABORAZIONE:

Mondate le cime di rapa: separate le foglie dai gambi; eliminate i gambi più esterni e tagliate i più teneri in 2 per il lungo, poi decorticate il cuore e tagliatelo in 4 per il lungo. Riducete i gambi e il cuore in listerelle, poi tagliuzzate anche le foglie.

Lessate foglie e gambi delle cime di rapa in acqua bollente salata per 5’, quindi unitevi anche le orecchiette e portate a cottura molto al dente, ci vorranno circa 6’.

Tritate le acciughe e rosolatele in padella con uno spicchio di aglio, mezzo peperoncino e 5 cucchiai di olio per 5’, quindi trasferitevi le cime di rapa e le orecchiette appena scolate e insaporite tutto per 2’. Tostate il pangrattato in un’altra padella per un paio di minuti, poi versatelo sulla pasta e le cime; mescolate bene.

Distribuite nei piatti e completate, a piacere, con ricotta dura grattugiata a scagliette grossolane e una macinata di pepe nero.

Buon appetito !!!

Il Cuoco

TORTA ALLE ALBICOCCHE

Questa «coca» è tipica di Maiorca e di solito, e normalmente, è fatta in estate, tempo di albicocche, ma può essere fatto tutto l’anno.

TORTA ALLE ALBICOCCHE (*)

1 vasetto di yogurt bianco

1 misura (vasetto) d’olio vegetale di girasole

3 uova

2 misure di zucchero

3 misure di farina setacciata

1 bustina di lievito setacciata

1 pizzico di sale

Zucchero e cannella

Zucchero a velo

10 albicocche tagliate a metà e private del nocciolo, fresche o sciroppate (*)

ELABORAZIONE:

Lavorare tutti gli ingredienti liquidi (yogurt, olio e le uova), aggiungete gli altri ingredienti (zucchero, farina setacciata, la bustina di lievito e un pizzico di sale). Sbattere fino a ottenere un composto senza grumi. Versare l’impasto nello stampo, previamente foderato e imburrato. Distribuite i pezzetti di albicocca sopra l’impasto, cinque in linea retta, per quattro. Versare un po’ di zucchero e cannella in ciascuno dei pezzi di albicocca. Infornare a 180º per 30-35 minuti. Lasciate raffreddare 10 minuti prima di setacciare la torta con lo zucchero a velo. Servire pezzi con una metà di albicocca al centro.

(*) A Maiorca viene utilizzata la varietà di “galta roja”.

Buon appetito!!!

Il Cuoco

(*) Questa ricetta è dedicata in particolare a Magda R. Ho potuto convincere il Cuoco a darci una ricetta molto gelosa.

GRAND TOUR DEL GUSTO

«Più se spende, peggio si mangia» così recita un motto popolare romano, perché la vera cucina romana si riassume in due parole: genuinità e semplicità.

Bucatini all’amatriciana, baccalà con peperoni, rognone in umido, fave con guanciale, ravioli alla romana, carciofi alla giudia sono piatti tipici della cucina della capitale d’Italia.

Oggi parleremmo di carciofi.

Carciofi in tegame

I carciofi in tegame o in padella sono molto gustosi e semplici, un perfetto contorno, adatto ad una cena in famiglia o con gli amici, sono un perfetto accompagnamento per pesce e carne e si possono servire sia tiepidi che freddi.

Le nonne dicevano che fritta era buona anche una suola di scarpa e in effetti non c’è metodo di cottura più goloso. I carciofi fritti però entrano di diritto nella top ten dei fritti più buoni: a fettine oppure a spicchietti, da mangiare bollenti scottandosi le dita per gola e impazienza. Il loro guscio croccante che racchiude il tenero cuore di carciofo li rende irresistibili. Vi abbiamo convinto a provare a farli in casa?

Carciofi, farina, olio e sale: non serve altro per preparare i carciofi fritti e la ricetta è davvero semplicissima. Dopo aver mondato gli ortaggi – quindi eliminato il gambo, le foglie esterne e le spine – tagliate i carciofi a fettine sottili e mettetele a bagno in una ciotola con dell’acqua fredda. Se volete, per evitare che anneriscano, potete usare aggiungere all’acqua un po’ di succo di limone o prezzemolo (per questa ricetta il cuoco preferisce l’erba) . Prelevate qualche fettina di carciofo (lasciando le altre nell’acqua) e asciugatele bene prima di passarle nella farina e scuoterle in un colino a maglie grosse per eliminare l’eccesso. Eseguite questi passaggi per poche fettine di carciofi alla volta. Scaldate abbondante olio per friggere e cuocete le fettine di carciofi per circa due o tre minuti: dovranno risultare dorati e croccanti. Scolate i carciofi, fateli sgocciolare su carta assorbente, salate e serviteli caldissimi.

Le varianti da provare

I carciofi possono essere fritti in un’infinità di modi, come ad esempio in pastella o alla giudia, una ricetta tipica della tradizione ebraica romana in cui il carciofo assume la forma di una sorta di fiore. La ricetta classica dei carciofi fritti in realtà però è la più semplice, sebbene anche in questo caso esista una variante. Senza preparare una pastella, le fettine di carciofo possono essere passate nell’uovo sbattuto, dopo essere state infarinate. Un’altra variante da provare sono i carciofi fritti con il pangrattato al posto della farina. In questo caso il consiglio è di tagliare i carciofi a spicchietti e di sbollentarli prima di passarli nell’uovo e poi nel pangrattato.

Padella di carciofi e finocchi alle erbe aromatiche

Ingredienti
5 carciofi
1 finocchio
1 aglio o scalogno
1 limone
1 cucchiaino di Erba finocchio
1 cucchiaino di foglie di Prezzemolo
1 cucchiaino di Maggiorana
olio e.v.o.

sale e pepe

Preparazione

Prepara una bacinella con acqua fredda, metti il succo di limone ed il limone stesso nell’acqua. Qui metterai i carciofi lavati per evitare che anneriscano prima della cottura.

Lava i carciofi togliendo le foglie esterne, troppo fibrose e dure, fino a quando non arrivi a quelle più tenere e più chiare. Pulisci anche il gambo ma senza toglierlo, taglia a metà, lava bene anche all’interno allargando leggermente le foglie tra di loro e immergi nell’acqua e limone.

Passa a pulire i finocchi. Per loro non è necessario immergerli nell’acqua e limone ma, come i carciofi. Tagliali a metà, poi a metà ancora e lava bene dentro.

In una capiente padella antiaderente metti un filo di olio e fai stufare l’aglio o lo scalogno.
Affetta finemente i finocchi e alla fine i carciofi che avrai tolto dall’acqua con il limone e sciacquato rapidamente.

Metti le verdure in padella con le erbe aromatiche, aggiusta di sale e fai cuocere inizialmente con coperchio, per circa 15 minuti, e poi senza per altri 5 minuti.

Buon appetito!!

Il Cuoco

GRAND TOUR DEL GUSTO

TEMPO DI PASQUA, TEMPO DI AGNELLO

Il pranzo di Pasqua è una vera tradizione per l’Italia. Ogni regione festeggia a tavola con menu composti da ricette tipiche legate alla ricorrenza.

Per pranzare in modo tradizionale, questi sono i suggerimenti per il menù: ad esempio servire come antipasto un misto di affettati, salumi e formaggi tipici locali affiancati dalle uova sode, divise in due parti. Una bella idea è quella di posizionare sul piatto di portata: uova, fette si salame e di formaggio come a formare dei cerchi concentrici.

Come primo piatto, basterà preparare le tagliatelle con il sugo del cosciotto di agnello cotto al forno con patate e piselli, pietanza che sarà servita come secondo, il sapore della pasta è arricchito da un’abbondante spolverata di pecorino romano.
La carne di agnello richiede rigorosamente una buona bottiglia di vino rosso, va benissimo un Chianti, dal profumo intenso e dal sapore asciutto ed armonico, secco e leggermente tannico.

Dolce tipico per eccellenza e simbolo, insieme all’uovo di cioccolato di questa festività, è la Colomba, la cui ricetta originale è legata alla città di Verona dalla fine dell’Ottocento. La Colomba è andata nel tempo a consacrarsi come prodotto Pasquale Nazionale, diventando merce non sono artigianale ma anche industriale. La ricetta più semplice con glassa di nocciole e mandorle si è andata arricchendosi, nel tempo, di varianti rispetto alla ricetta classica.

PASQUA A MAIORCA, TEMPO DI «PANADES E ROBIOLS I CRESPELLS»

A Maiorca anche l’agnello viene mangiato per Pasqua, ma il prodotto che viene consumato in tutte le case sono le tipiche «panades» e «robiols i crespells»

Ogni casa ha la sua ricetta, ma nella mia, di tutta la vita, è così:

Ingredienti per la pasta

1/2 bicchiere di succo di arancia spremuto al momento.

1 bicchiere di strutto

1 bicchiere di latte

1 bicchiere d’olio

2 tuorli

1 kg di farina

Il ripieno tipico è l’agnello, ma può essere anche maiale o piselli. Anche misti.

ROBIOLS I CRESPELLS

Ingredienti per la pasta

1 k di farina

300 g strutto

200 g zucchero

3 tuorli

1 bicchiere d’olio di oliva

1 bicchiere di succo di arancia spremuto al momento

I «robiols»vengono farciti con marmellata di zucca («cabell d’angel»), albicocca, ma anche un formaggio come la ricotta («brossat») si presta benissimo per realizzare queste ottime crostatine.

Buon appetito e buona Pasqua !!!

Il Cuoco

GRAND TOUR DEL GUSTO

La Lombardia è stata brutalmente picchiata dal corona virus. È un momento triste per una regione cosi bella. Nel suo onore questo piatto tipico.

Forza e coraggio!!

OSSOBUCO CON RISOTTO (*)

1,2 kg 4 ossibuchi di vitello

300 g riso Carnaroli

400 g midollo

30 g cipolla

brodo di carne

farina

burro

aglio -prezzemolo

zafferano

limone

vino bianco secco

Grana padano Dop grattugiato

sale -pepe

ELABORAZIONE:

Incidete i bordi degli ossibuchi, in modo che non si arriccino in cottura; infarinateli, poi scrollateli e rosolateli in una padella con 30 g di burro e uno spicchio di aglio schiacciato con la buccia, che eliminerete.

Fateli insaporire per 3-4’ su ciascun lato, poi bagnateli con mezzo bicchiere di vino, salate e pepate, mettete il coperchio e fate cuocere per circa un’ora e 10’ bagnando ogni tanto la carne con un poi’ di brodo caldo. Tritate intanto un bel ciuffo di prezzemolo con mezzo spicchio di aglio sbucciato e la scorza di un intero limone (gremolada).

Iniziate a preparate il risotto circa 20’ prima che la carne giunga a cottura: rosolate la cipolla tritata in una casseruola con il midollo sminuzzato, tostatevi il riso e sfumatelo con uno spruzzo di vino bianco. Portate il risotto a cottura, in 16-18’, aggiungendo circa 900g di brodo, poco per volta, unendo negli ultimi minuti una bustina di zafferano sciolta in poco brodo.

Aggiungete la gremolada agli ossibuchi a fine cottura. Mantecate il risotto con una noce di burro e 30-40 g di grana grattugiato. Servitelo con gli ossibuchi, completando con il sugo di cottura.

Buon appetito!!

Il Cuoco

(*) ricetta lombarda, tratto dalla rivista La Cucina Italiana.

NUOVE TECNOLOGIE, PENSANDO AD ALTA VOCE (*⁾

TEMPO DI CONFINAMENTO, TEMPO DI RIFLESSIONE

A. Viviamo in una cultura che ci invita continuamente a raggiungere e accumulare, ma mai a rinunciare. Forse la chiave non è esattamente cosa ottenere, ma è possibile che la soluzione a questa non conformità eterna risieda nel saper adeguarsi. Nel trovare un equilibrio tra entusiasmo per ciò che sogniamo e conformità per apprezzare ciò che abbiamo. Se noi esseri umani abbiamo qualcosa in comune è quel desiderio di stare bene. E quando stiamo bene, vogliamo stare meglio. Non è possibile avere tutto. Ora ogni persona deve definire quali sono le sue priorità, quindi sapere come adeguarsi è essenziale. Negli ultimi decenni, la tecnologia ci ha portato incredibili invenzioni, e abbiamo avanzato più in questa generazione che in tutte quelle precedenti insieme; la velocità con cui cresce è agghiacciante. Il XXI secolo sta affrontando un panorama molto diviso e la sua più grande sfida sarà quella di affrontare il danno collaterale delle nuove tecnologie. Per esempio, è molto preoccupante l’effetto negativo sull’ambiente. Un altro grosso problema è la sicurezza in termini di protezione dei dati: siamo in grado di rinunciare a determinate cose per migliorare il nostro pianeta, la nostra salute e la nostra società?

Ebbene, secondo me dobbiamo essere pratici e non necessariamente rinunciare all’uso di tutte queste nuove tecnologie che semplificano la vita domestica poiché facilitano il lavoro a casa.

B. Molti di noi concordano sul fatto che l’avanzamento delle nuove tecnologie dia un po ‘di vertigine, nonostante il miglioramento che ciò rappresenta per la nostra società, sia a livello professionale che a livello di utente. Questo sentimento di disagio che genera un’evoluzione così vertiginosa, nel senso che perdiamo un po’ di controllo su noi stessi per darlo alle macchine, ci porta necessariamente a pensare se non stiamo dando il nostro consenso molto leggermente a così tante saggezze applicate, e se non ci pentiremo un giorno di aver ceduto così tanto perché oggi le macchine non solo sostituiscono gli uomini nelle loro funzioni professionali, ma lo fanno anche a livello personale.

Con la sana intenzione di contemplare i pro e i contro di questi progressi incommensurabili, è mio fervente desiderio che un giorno saremo così saggi e maturi con la scienza che potremo dirigerla e trarne beneficio senza grossi problemi.

Ma, se vogliamo convertire la nostra vita privata in modelli insensati di individualismo e isolamento (sta quasi accadendo) con intrusioni perniciose nella nostra intimità, dobbiamo essere consapevoli che abusando dei benefici di queste tecnologie compromettiamo la nostra dignità e libertà, allo stesso tempo che diventiamo schiavi delle nostre macchine. Dobbiamo essere giudiziosi e non relegare tutto ciò nell’oblio, perché ci sono momenti in cui la realtà supera la finzione.

C. La televisione continua ad essere il mezzo di comunicazione scelto dalla maggior parte della popolazione da condividere con amici o familiari. È un fatto irrefutabile!

La televisione ha tre funzioni: informazione, formazione e svago, ma tutti i canali optano per la terza perché i due terzi dei programmi sono dedicati al puro divertimento: spettacoli, serie, film, concorsi, musical e sport…

Si dice che la TV sia una finestra aperta sul mondo per contemplare la realtà comodamente da casa nostra, ma è conveniente ricordare che la televisione può avere un’influenza positiva o negativa, a seconda di come sia utilizzata ed è bene conoscerne i pro e i contro come in ogni cosa. Va bene guardare la TV di tanto in tanto, ma le ore in eccesso faranno solo male alla mente e alla nostra vita, come in tutte le cose bisogna distinguere tra uso, abuso e uso improprio.

(*)L’autore del testo vuole rimanere anonimo