IL GdLI STA GIÀ PENSANDO AGLI OBIETTIVI PER I PROSSIMI MESI DI APRILE E MAGGIO

Il Gatto del Papa, lettura per aprile

Il libro di Bill Buford, sfida per maggio

ATTENZIONE:

Ma ricordati che prima devi leggere il libro Io e Te di Niccolò Ammaniti, incontro fissato per venerdì 28 marzo alle ore 18:30.

A presto e buone letture !!!

QUEST’ANNO SARÀ IL 27 FEBBRAIO

Il Giovedì Grasso è tradizionalmente uno dei giorni più importanti del Carnevale. Si tratta del giovedì che apre i sei giorni più intensi, fatti di feste, giochi, maschere, e che si celebrano in tutto il mondo. Ma perché si chiama Giovedì Grasso? Quando cade e cosa si fa? Giovedì Grasso nel 2025: quando cade

Giovedì Grasso nel 2025 cade il 27 febbraio.

Si tratta del primo dei sei giorni più intensi del Carnevale, che hanno il loro clou nella domenica successiva e soprattutto nel Martedì Grasso. Quest’ultimo, quest’anno, è il 4 marzo e si tratta del giorno precedente al Mercoledì delle Ceneri. che per il rito romano rappresenta l’avvio della Quaresima. Il Giovedì Grasso in passato aveva la stessa “funzione” del Martedì successivo. I cittadini di ogni classe sociale si riunivano per mangiare tutto ciò che potevano, soprattutto la carne di maiale, prima del digiuno quaresimale, che durava (e dura ancora oggi) dai 40 ai 44 giorni.

Il Giovedì Grasso a Venezia e in Toscana

A Venezia, inoltre, il Giovedì Grasso era tradizionalmente indicato come il giorno di una vittoria della Serenissima, e cioè quella compiuta dal doge Vitale Michiel II sul Patriarca Ulrico di Aquileia. Un evento che, per essere celebrato a dovere e ricordato, prevedeva il taglio della testa dei tori, che simboleggiava l’eliminazione di ogni ostacolo. A farlo erano macellai e fabbri. In Toscana, invece, per il Giovedì Grasso si preparava la tradizione del Berlingaccio, termine mezzo tedesco e mezzo latino (bretling e ligere le due parole chiave), che testualmente significherebbe leccare con insistenza ma che a Firenze significa abbuffarsi. Si mangia il berlingozzo, un dolce a forma di ciambella.

Cos’è il Giovedì Grasso? Storia e curiosità sul Giovedì Grasso a Venezia

Giovedì Grasso si chiama così perché originariamente era il giorno che apriva il Carnevale e in cui era possibile abbuffarsi di cibo, prima dell’inizio della Quaresima: un periodo di digiuno e astinenza, in preparazione alla Pasqua.

Durante la Serenissima, la festa del Giovedì Grasso si svolgeva in Piazzetta San Marco, davanti il Palazzo Ducale.

Tutt’attorno equilibristi si calavano dal Campanile, tramite lunghe funi e acrobati si esibivano nelle “Forze d’Ercole”: una sfida, in cui bisognava formare una piramide umana, posta su tavolati alla base.

Tutto questo, era uno spettacolo in onore del Doge, che assisteva alla scena dal balcone del Palazzo Ducale

Come si festeggia il Giovedì Grasso a Venezia?

Come abbiamo visto, il Giovedì Grasso era il primo giorno di festa che tradizionalmente apriva il Carnevale di Venezia, il quale, finisce invece con il Martedì Grasso, l’ultima giornata in cui è possibile festeggiare prima del Mercoledì delle Ceneri.

Proprio oggi, come in passato, il Giovedì Grasso a Venezia le persone si ritrovano assieme per festeggiare il Carnevale.

Sono davvero tanti gli eventi pubblici che si terranno in città.

Le frittelle: il dolce tipico del Carnevale di Venezia per eccellenza

Non puoi immagine quanto sia antica la ricetta delle frittelle veneziane. Le frittelle, o “frittole” in veneziano, sono uno di quei dolci che puoi assaggiare solamente durante il periodo del Carnevale di Venezia. Sono bomboloni fritti, ripieni alla crema, alla cioccolata, allo zabaione o semplicemente con uvetta e pinoli.
Come anticipato, la ricetta delle frittelle veneziane trova le sue origini nel passato, precisamente nel 17esimo secolo, quando i “fritoleri” (coloro che, per legge, erano adibiti alla produzione di frittelle durante la Serenissima) erano circa 70, tanto che fu fondata anche una congregazione chiamata appunto “Congregazione dei fritoleri” e la frittella fu nominata Dolce Nazionale del Veneto.
Oggi puoi trovare le frittelle praticamente ovunque durante il Carnevale, ogni pasticceria e panificio fa a gara per produrre le più buone, ma sta a te scegliere quale provare per prima!

Le Castagnole: un altro dolce tipico del Carnevale di Venezia

Ma i dolci tipici del Carnevale di Venezia non si fermano certo qui, all’appello mancano le Castagnole, anch’esse rigorosamente fritte. Secondo la tradizione, anche la ricetta delle Castagnole è molto antica (sembra siano nate nel 18° secolo), e queste piccole palline di pasta fritte vengono considerate il simbolo del Carnevale non solamente a Venezia.

IL GRUPPO DI LETTURA ITALIANO (GdLi) SCOPRE NICCOLÒ AMMANITI

Il protagonista della storia è Lorenzo, un ragazzo di 14 anni molto introverso che fin da piccolo ha avuto problemi a socializzare con gli altri bambini. Preoccupata per questo suo comportamento anomalo, la madre lo costringe ad andare da uno psicologo, che gli diagnostica un disturbo narcisistico della personalità; a detta dello psicologo, Lorenzo si sente superiore agli altri e non vuole mischiarsi alla massa, tanto che le uniche persone degne del suo affetto sono suo padre, sua madre e la nonna……

Nel 2012 dal libro è stato tratto l’omonimo film diretto da Bernardo Bertolucci.

Un grande viaggio introspettivo che rappresenta la personalissima lettera d’addio di Bernardo Bertolucci dopo la sua scomparsa, avvenuta nel novembre 2018.

Il film può essere visto su Filmin

NICCOLÒ AMMANITI

Niccolò Ammaniti è nato (1966) e vive a Roma.
Ha esordito nel 1995 con il romanzo Branchie. È autore di romanzi e racconti tradotti in tutto il mondo: Fango (1996), Ti prendo e ti porto via (1999), Io non ho paura (2001, Premio Viareggio), Come Dio comanda (2006, Premio Strega), Che la festa cominci (2009), Io e te (2010), Il momento è delicato (2012), Anna (2015) e La vita intima (2023)

Dai suoi libri sono stati tratti cinque film: L’ultimo capodanno (di Marco Risi, 1998); Branchie (di Francesco Ranieri Martinotti, 1999); Io non ho paura e Come Dio comanda (entrambi diretti da Gabriele Salvatores, 2003 e 2008); Io e te (di Bernardo Bertolucci, 2012).
È autore e regista del docu-film The Good Life (2014). Nel 2018 va in onda Il miracolo, una serie tv originale SKY di cui è showrunner, co-sceneggiatore e co-regista; nel 2021 Anna, la serie tv prodotta da SKY e da lui scritta e diretta, tratta dall’omonimo romanzo.

VENERDÌ 28 MARZO

18:30

ARRIVA IL TEMPO DI DOLCE GOLOSO DI CARNEVALE

Questo impasto è una ricetta davvero semplice, cosi’ da ottenere delle golosissime castagnole con ricotta da passare nello zucchero morbide all’interno e friabili all’esterno.

RICETTA PER LE CASTAGNOLE:

2 uova intere

70g di zucchero semolato

scorza grattugiata  di un’arancia possibilmente non trattata

30ml di succo d’arancia

260g di farina 00

40g di fecola di patate

20ml di grappa o limoncello

140g di ricotta

8g di lievito per dolci (mezza bustina)

pizzico sale.

IN PIÙ:

olio per friggere di semi di arachidi o girasole

zucchero a velo

PROCEDIMENTO:

Per la realizzazione di queste semplici e buonissime castagnole morbidissime di ricotta e arancia di carnevale partiamo col preparare l’impasto base.

In una ciotola abbastanza capiente, sbattere le uova intere con lo zucchero e la scorza grattugiata dell’arancia e il succo.

Aggiungere la ricotta, la grappa o limoncello e mescolare il tutto.

Versare la farina, la fecola, il lievito per dolci e il pizzico di sale  precedentemente mescolati e setacciati assieme e impastare velocemente il tutto fino ad ottenere un panetto omogeneo e leggermente appiccicoso.

Avvolgere il panetto ottenuto con della carta pellicola, e lasciare riposare a temperatura ambiente per circa 30 minuti.

Nel frattempo in una padella, mettere a riscaldare abbondante olio.

Una volta riposato, staccate dall’impasto dei pezzi e formate delle palline grandi quanto una noce per peso di circa 15g l’una.

Friggere in abbondante olio caldo per circa 3-4 minuti, le palline ottenute .

Passate le castagnole ottenute  su carta assorbente per togliere l’olio in eccesso e poi spolverizzatele con dello zucchero semolato.

A questo punto, le vostre deliziosissime e profumatissime castagnole di carnevale impasto morbido con ricotta e arancia saranno pronte per essere gustate.

BUON APPETITO!!!

IL PROSSIMO INCONTRO SARÀ VENERDÌ 21 FEBBRAIO CON IL MIGLIORE FAVOLISTA DEL NOVECENTO, GIANNI RODARI

GIANNI RODARI, SCRITTORE, GIORNALISTA, PEDAGOGO E FAVOLISTA

Gianni Rodari, scrittore, giornalista, pedagogo, intellettuale è considerato il maggiore favolista del Novecento. Nacque a Omegna (VB) il 23 ottobre 1920 e dopo la morte del padre (1929) si trasferì a Gavirate (VA). Ottenuto il diploma magistrale e lasciata l’università, insegnò per qualche tempo in alcune scuole elementari della zona di Varese. Nel 1944 si iscrisse al PCI, divenne funzionario del partito e ricevette l’incarico di dirigere il settimanale comunista L’Ordine Nuovo. Scoprì così la propria vocazione giornalistica e lavorò in seguito anche per altre importanti testate (L’Unità, Vie nuove, Pioniere, Avanguardia, Paese sera). Negli anni ’50 cominciò a dedicarsi alla scrittura per l’infanzia. Compose filastrocche, poesie, favole e romanzi; tra le sue opere più famose: Il romanzo di Cipollino, Gelsomino nel paese dei bugiardi, La torta in cielo, C’era due volte il barone Lamberto e Filastrocche in cielo e in terra. Nel 1970 ricevette il premio Andersen, il massimo riconoscimento nell’ambito della letteratura per l’infanzia, che lo fece conoscere in tutto il mondo. Morì il 14 aprile 1980 a Roma, la città in cui viveva dal 1950.

C’ERA DUE VOLTE IL BARONE LAMBERTO

In mezzo alle montagne c’è il lago d’Orta. In mezzo al lago c’è l’isola di San Giulio. Sull’isola c’è la villa del barone Lamberto, un signore molto vecchio, molto ricco, sempre malato. Le sue malattie sono ventiquattro, e solo il fedele maggiordomo Anselmo è in grado di ricordarsele tutte… Ma ecco che intanto piombano sull’isola il perfido nipote Ottavio, che mira ad impadronirsi dell’eredità, e una gang di banditi decisi a rapire il barone e a chiedere un riscatto enorme. Le storie di Rodari offrono divertimento e una girandola di situazioni e personaggi esilaranti: un modo di comprendere questo nostro mondo.

A presto!!!!

INCONTRO

VENERDÌ 21 FEBBRAIO 18:30

IO E TE DI NICCOLÒ AMMANITI, sfida di marzo

NEL PRIMO CENTENARIO DELLA SUA MORTE (29 NOVEMBRE 1924)

GALA LIRICA AL PRESTIGIOSO TEATRO PRINCIPALE DI PALMA CON LA PARTECIPAZIONE DEL TENORE ALESSANDRO GOLDONI E L’ORCHESTRA E CORO DELLA UIB

La Società Dante Alighieri Isole Baleari e «el Servei d’Activitats Culturals UIB» sei invitati ad un evento unico e gratuito con le arie e brani più emozionati del compositore italiano

I biglietti possono essere acquistati presso il Teatro stesso oppure online

SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO

CONFERENZA DI ENRIC BOU, PROFESSORE ORDINARIO DI LETTERATURA SPAGNOLA E CATALANA A LA UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI DI VENEZIA

Enric Bou (Barcellona, 1954) è Professore Ordinario di Letteratura Spagnola e Catalana a la Università Ca’ Foscari di Venezia. È stato Professor of Hispanic Studies alla Brown University dal 1996 fino il 2011, dopo aver insegnato a Wellesley College e all’Universitat de Barcelona. È stato professore all’Università di Venezia, Ca’ Foscari fra il 2004 e 2007. Specializzato nello studio del Ventesimo secolo, è interessato allo studio della poesia, l’autobiografia, il rapporto tra arte e letteratura, i problemi di rappresentazione dello spazio, e film. Collabora in riviste specializzate. Ha pubblicato, tra gli altri, saggi sull’autobiografia, «Papers privats. Assaig sobre les formes literàries autobiogràfiques» (Edicions 62, 1993), un saggio sulle relazioni tra arte e letteratura, «Pintura en el aire. Arte y literatura en la modernidad hispánica» (Pre-Textos, 2001), due edizioni critiche delle lettere di Pedro Salinas, «Cartas de viaje de Pedro Salinas» (Pre-Textos, 1996) y «Cartas a Katherine Whitmore. (1932-1947)» (Tusquets, 2002. Quattro edizioni). E’ stato direttore del «Nou Diccionari 62 de la Literatura Catalana» (Ed. 62, 2000). Ha anche pubblicato un’antologia di poesia visuale «La crisi de la paraula. La Poesia Visual: un discurs poètic alternatiu» (Ed. 62, 2003) e un saggio su Dalí, «Daliccionario. Objetos, mitos y símbolos de Salvador Dalí» (Tusquets, 2004). Ha curato l’edizione di Pedro Salinas, «Obras Completas» (3 volumi, Cátedra, 2007), e il «Panorama crític de la literatura catalana V e VI» (2 volumi, Vicens Vives 2009-2010). Le sue ultime monografie sono un saggio su spazio, «Invention of Space. City, Travel and Literature» (Vervuert-Iberoamericana, 2013) / «La invenció de l’espai. Ciutat i viatge» (U. de València, 2013), e «Irradiaciones. Estudios de literatura y cine» (Calambur, 2017).  E’ stato Presidente della North American Catalan Society (2007-10). E’ il Presidente della AISC: Associazione italiana di studi catalani (2015-18). E’ il direttore della «Catalan Review» e di «Rassegna Iberistica». È membro corrispondente della Reial Acadèmia de Bones Lletres de Barcelona.

PROMEMORIA:

GRUPPO DI CONVERSAZIONE

INCONTRO GIOVEDÌ 31 OTTOBRE ALLE 18.30

A PRESTO!!!

IL PROSSIMO INCONTRO SARÀ GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE

Dal Café Royal prima o poi ci passiamo tutti: genitori e figli, donne indaffarate, coppie di amanti e adolescenti spaesati. Davanti al bancone si srotolano relazioni da aggiustare e nuovi incontri, una galleria degli specchi in cui ciascuno può sorprendersi riflesso. Come spesso accade nelle grandi città, i personaggi di questo imprevedibile romanzo corale s’incrociano ogni giorno, si salutano, a volte si confidano e altre si ignorano. Forse non ne sono consapevoli, ma insieme formano una comunità.

Marco Balzano ha scritto un libro fresco, vivo, incredibilmente contemporaneo, pieno di snodi, inciampi e possibilità. Storie che corrono a perdifiato, dove le traiettorie della vita s’intrecciano con i capricci del destino: un bar di Milano come il centro del mondo.

Via Marghera è una zona elegante e vivace di Milano, affacciata su un’infilata di negozi e boutique. Le giornate nel quartiere scivolano via in fretta: la gente cammina, corre o si ferma al Café Royal. Federico è un medico di base disilluso, che durante la seconda ondata della pandemia vorrebbe solo del tempo per sé; Serena combatte con il trascorrere degli anni e per non pensarci esce con le amiche a mangiare il sushi, mentre sua figlia Noemi diventa ogni giorno più bella, cinica e indipendente; Giuliano è un prete che sogna di tornare a fare il missionario in Africa; Ahmed è a Milano di passaggio e coglie l’occasione per provare a riallacciare i rapporti con Barbara… Un filo invisibile li lega l’uno all’altro e li rende protagonisti o semplici comparse della commedia umana che ogni giorno va in scena al Café Royal. La limpidezza dello sguardo di Marco Balzano illumina le vite dei suoi personaggi – diversissimi per età, carattere, professione, aspirazioni. Tutti loro però condividono una ferita, più o meno scoperta, da cui provano a spensierarsi. E così li osserviamo da vicino, quasi li spiamo, ci immedesimiamo e a volte facciamo persino il tifo. Fino a quando la serranda del bar cala lentamente come un sipario sulla via, sulle incertezze e le felicità che ci rendono umani. Dopo il successo di Resto qui e Quando tornerò, Marco Balzano continua a fare quello che gli riesce meglio: ci convoca, mostrandoci come siamo davvero.

PROSSIMO INCONTRO:

GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE

18:30

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SCOPRI IL COMPLESSO DELLE
SETTE CHIESE DI BOLOGNA

LA BASILICA DI SANTO STEFANO

Dalla piazza Santo Stefano si ha una visione d’insieme che comprende le facciate delle tre chiese del Crocifisso, del Sepolcro e dei Santi Vitale e Agricola. Il gruppo presenta, nonostante le tipologie differenti, i numerosi interventi, restauri e rifacimenti, una consolidata omogeneità stilistica che ne fa il monumento romanico più interessante della città di Bologna.

Prima di leggere il libro di Liliana Segre «Uno Strano destino» prevista per gennaio 2025, precisamente giovedì 23 o venerdì 24, per avere più tempo vista la sua complessità, cercheremo di scoprire i secreti della Basilica di Santo Stefano, il monumento romanico più interessante della città di Bologna.

La prima opzione, che ogni uno di noi cerchi sul internet informazione sulla sua descrizione e storia e poi condividerlo alla riunione di dicembre.

L’altra opzione, attendere le fotocopie del libretto sulla Basilica di Santo Stefano.

L’incontro di dicembre si svolgerà venerdì 20 alle 18:30

A presto !!